giovedì 30 luglio 2015

Asimmetrie 2

Non ho certo esaurito il tema delle asimmetrie con il post di ieri. La realtà italiana offre esempi così numerosi e così diversi, a livello nazionale e locale, da rendere pressoché impossibile un'adeguata trattazione in un paio di pagine.

mercoledì 29 luglio 2015

Asimmetrie

L’attualità è la cessione del pacchetto di controllo di Italcementi S.p.a. alla tedesca HeidelbergCement. La famiglia Pesenti, che, tramite Italmobiliare, controllava l’azienda cementiera sin dalla fondazione, avvenuta nell’ultima parte del XIX° secolo, diventerà uno dei principali azionisti della società tedesca che nascerà dalla fusione di Italcementi e Heidelberg.
Le opinioni che prevalgono sulla stampa sono di amareggiata comprensione: il mercato del cemento vive un periodo difficile un po’ ovunque nel mondo, ma la situazione risulta particolarmente grave in Europa, dove si registra un considerevole eccesso di capacità produttiva.
Premesso che è sempre aleatorio valutare un’operazione di questo genere dall’esterno, sono solo parzialmente d’accordo con Dario De Vico che ha commentato la cessione sul Corriere di oggi (http://www.corriere.it/economia/15_luglio_29/italcementi-tedeschi-ragioni-una-scelta-b16c1ac0-35b8-11e5-b050-7dc71ce7db4c.shtml). 
Buona stampa. Le ragioni per la cessione sicuramente esistono e la scelta della famiglia Pesenti non è affatto criticabile, se non altro perché garantisce a Italcementi di entrare in uno dei maggiori gruppi mondiali del settore. Il mio punto di vista, però, è un altro. HeidelbergCement, come racconta Il Sole 24 Ore di oggi, ha attraversato un periodo difficilissimo quando la crisi finanziaria iniziata nel 2007 ha prodotto una contrazione formidabile dell’edilizia. L’articolo di Vito Lops lo potete leggere qui: http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-07-29/un-colosso-129-miliardi-ricavi-063542.shtml?uuid=ACdoCMZ&fromSearch. E qui potete leggere il resoconto, firmato da Beda Romano, dell’accordo del 2009 tra proprietà e banche: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2009/01/merkle-accordo-con-banche.shtml?uuid=42d881ec-dd5f-11dd-b013-bb37ed44c11d&DocRulesView=Libero&fromSearch.
Buona stampa. La famiglia Merkle, come raccontano Lops e Romano, è stata sul punto di perdere il controllo della società e ha pagato un prezzo elevatissimo con il suicidio dell’allora capofamiglia. Eppure, vendendo parte dei gioielli di famiglia e con il sostegno delle banche tedesche, i Merkle hanno conservato il controllo di HeidelbergCement che, superato il momento difficile, oggi, con linee di credito concesse da Deutsche Bank e da J.P.Morgan, ha potuto riprendere il percorso delle acquisizioni. Voi tre vi starete chiedendo: perché ci racconta tutto questo? Perché non posso non pensare che la vicenda avrebbe potuto svolgersi al contrario, ossia che la famiglia Pesenti, sostenuta dalle maggiori banche italiane e da qualche banca estera, avrebbe potuto trovarsi dalla parte del predatore anziché da quella della preda. E perché non posso non pensare che in Italia sia venuta a mancare la volontà e la capacità di organizzare operazioni come quella che HeidelbergCement ha posto in essere anche grazie all’attitudine tedesca a fare sistema per non essere prede, ma predatori.
Vero che le dimensioni giocavano a favore dei tedeschi, ma Italcementi aveva già dimostrato di sapere gestire acquisizioni “pesanti” già negli anni 90 del secolo scorso, quando aveva preso il controllo di Ciments Français. Insomma, ho l’amaro in bocca. Resto sempre deluso quando la classe imprenditoriale italiana mi sembra dimostrarsi rinunciataria, anche se ne capisco l’atteggiamento perché sa di non poter contare sul sostegno del sistema bancario e del Paese, perché alla politica non interessa l’economia quando non sono in gioco poltrone da occupare.
Peccato. Anche se, come sostiene De Vico, l’operazione probabilmente offre garanzie per il futuro. Opinione che condivide anche Paolo Bricco, il cui articolo su Il Sole 24 Ore è a pagamento in italiano e gratuito in inglese, quindi ecco il collegamento a quello in inglese: http://www.ilsole24ore.com/art/english-version/2015-07-29/surrender-control-to-ensure-growth-053223.shtml?uuid=ACxtVKZ&fromSearch.
Buona stampa. La mia amarezza e le mie riserve, tuttavia, restano.
La cessione di Italcementi, forse forzando un po’, mi fa dire che il nostro Paese è afflitto da asimmetrie sconcertanti, da situazioni nelle quali la politica interviene anche al di là del lecito e altre delle quali si disinteressa completamente. Pensiamo, ad esempio, al modo in cui è stata gestito il cambio al vertice della Cassa Depositi e Prestiti. Oppure all’ostinazione con la quale si evita di intervenire con decisione sulle società di proprietà degli enti locali, nonostante l’evidenza dell'insostenibilità economica della maggior parte di esse.
Le asimmetrie, purtroppo, caratterizzano anche altri aspetti della vita italiana. Pensiamo alla capacità che alcune categorie di lavoratori hanno di danneggiare fasce vastissime della popolazione, sia direttamente sia indirettamente, come dimostrano gli eventi dello scorso venerdì, di cui sarete sicuramente al corrente. I lavoratori pubblici, in particolare, godono di una serie di privilegi, molti auto-concessi o auto-acquisiti, che non esistono per i lavoratori privati. E i politici e sindacalisti si guardano bene dal modificare uno stato di cose che procura danni gravissimi al Paese e agli italiani.
Su quanto accaduto venerdì 24 luglio, trovo degno di lettura il commento di Fabrizio Forquet su Il Sole 24 Ore di sabato: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-07-25/l-harakiri-dell-italia-che-non-vuole-crescere-092645.shtml?uuid=ACRdgUX&fromSearch.
Buona stampa.
In Italia, insisto, esiste un problema di asimmetria nei rapporti tra i cittadini e le controparti, siano essi dipendenti pubblici, politici, sindacati e anche imprese. I primi, sebbene a parole dovrebbero essere tutelati, nella realtà pagano il prezzo della cattiva gestione, dei privilegi, dell’arroganza. E del declino del diritto, anzi del Diritto. I politici sono i primi a disattendere le leggi e la volontà popolare. Non è certo il caso che mi metta a elencare le situazioni in cui ciò è accaduto e accade ancora.
Non mancano, giusto sottolinearlo, situazioni nelle quali sono le imprese a sfruttare il proprio maggior potere nei rapporti contrattuali, non di rado avvantaggiandosi della scarsa preparazione del consumatore. Questo accade in particolare in un settore, quello della finanza, nel quale, pur i presenza di una legislazione che apparentemente lo tutela, il risparmiatore si trova di fronte interlocutori troppo spesso interessati esclusivamente a raggiungere gli obiettivi dell'istituto per cui lavorano. Ne ha parlato, con la consueta chiarezza, il mio amico Roberto Plaja lunedì sul suo blog: http://www.theboxisthereforareason.com/2015/07/27/realta-e-manipolazione/. E io non ho nulla da aggiungere alle sue parole.
Nella battaglia contro i nemici della musica ecco un brando di musica classica italiana, un ascolto facile e scontato in questi giorni nel cuore della stagione estiva: un brano da Le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi. Ovviamente parliamo di Estate: ne ascoltiamo il secondo movimento eseguito, come violino solista, da Anne-Sophie Mutter.


sabato 25 luglio 2015

Un altro guru. Se ne poteva fare a meno


Il primo di cui ci occupiamo oggi è il Felpo, che, avido di “mi piace” e di follower entusiasti, ieri non ha trovato di meglio da fare che inventarsi una tassa della cui applicazione accusare Renzi. La notizia la troviamo su La Stampa: http://www.lastampa.it/2015/07/23/italia/politica/la-bufala-della-tassa-sui-condizionatori-e-la-figuraccia-di-matteo-salvini-QWGMz0HIjxEABcuOuFXADO/pagina.html.
Buona stampa. Di fronte all’ignoranza e alla malafede… Quello che preoccupa è che costui ha seguito.

domenica 19 luglio 2015

Repetita iuvant?


Da alcuni giorni la stampa offre ampio spazio alle contestazioni che, in varie parti d’Italia, accompagnano il trasferimento di parte dei migranti giunti sulle nostre coste nelle ultime settimane.
E’ un tema che ho già affrontato più volte e, infatti, rimanderò ad alcuni articoli già citati, nella speranza di indurre alla lettura quello di voi tre che sembra non aver accettato i miei precedenti consigli e che, come molti, pensa di poter affrontare la questione attribuendo qualifiche un po’ grevi (magari anche non interamente infondate, però comunque fuori luogo) ai rappresentanti del governo centrale. Atteggiamento che, ovviamente, potrà procurare un temporaneo sollievo, ma certo non risolve la questione.

giovedì 16 luglio 2015

A cosa aspira uno statista


Il Presidente degli Stati Uniti è, come si usa dire, l’uomo più potente del mondo. Questa affermazione, senz’altro fondata se riferita alle dimensioni della forza che, come capo militare della nazione, egli è in grado di impiegare, appare meno convincente se valutata in relazione alla capacità di imporre la propria visione politica attraverso provvedimenti di legge. Anche il Presidente degli Stati Uniti, infatti, si misura con Senato e Camera dei Rappresentanti, le cui maggioranze non sono necessariamente omogenee né espressione del partito di estrazione del Presidente, il cui lavoro, quindi, può risultare molto difficile e favorire in lui la propensione ad accettare compromessi e a rinunciare ai propri obiettivi, non di rado quelli di maggior rilievo.

martedì 14 luglio 2015

Ben poco di nuovo sul fronte orientale


Ieri, con tutti gli indici in crescita, i mercati sembravano interpretare positivamente la conclusione della lunga trattativa tra la Grecia e i creditori. Oggi, con un calo moderato, sembrano più riflessivi rispetto all’effettivo esito della vicenda greca.

domenica 12 luglio 2015

Lo sfaldamento continua


Avevo cominciato a scrivere prima che Donald Tusk, presidente del Consiglio dell’Unione Europea, annullasse il vertice dei Capi di Stato e di Governo dei 28 previsto per oggi pomeriggio. La ragione, non imprevedibilmente, è che l’Eurogruppo non ha ancora raggiunto un’intesa sulla Grecia e, quindi, non c’è nulla da far ratificare al Consiglio. E così mi tocca ricominciare…

giovedì 9 luglio 2015

Hybris


Lasciamo stare la Grecia, almeno in prima battuta. Chi di voi tre segue i mercati finanziari (un paio che lo fanno, anche molto seriamente, ci sono), saprà che negli ultimi dieci giorni i mercati cinesi, più precisamente le borse di Shangai e di Shenzhen (quella di Hong Kong è altra cosa), hanno subito una brusca e decisa caduta e oggi si sono ripresi altrettanto bruscamente, anche se il recupero compensa solo una frazione delle perdite subite in precedenza.
Molti hanno scritto che il drastico calo delle quotazioni, accompagnato dalla sospensione di moltissimi titoli e dal rinvio dell’offerta di nuove azioni, conferma l’esistenza di una bolla speculativa, una delle tante che si nasconderebbero nel complicato capitalismo di stato cinese.
Non c’è dubbio che questo sia possibile così come non c’è dubbio che la reazione del governo cinese, anziché apparire rassicurante, induca a maggiore preoccupazione. Ne parla Guido Santevecchi in un breve articolo del Corriere della Sera: http://www.corriere.it/economia/15_luglio_09/bolla-cinese-borse-quantitative-easing-presidente-xi-ee7ba128-2619-11e5-9a08-f80f881ecc8e.shtml#.
Buona stampa. Non so perché, ma mi viene in mente un film di Walt Disney, Fantasia, forse il più famoso lungometraggio di cartoni animati della storia del cinema. C’è un episodio di cui è protagonista Topolino. Visto che è disponibile su Youtube, ve lo propongo. E’ anche un ottimo ascolto musicale.


Intendiamoci, è una forzatura sostenere, come ho appena fatto ironicamente, che, in Cina, ad assumere decisioni cruciali per i mercati finanziari mondiali ci siano emuli di Mickey Mouse. E, tuttavia, si ha l’impressione di un modo di procedere abbastanza contraddittorio, che privilegia aspetti che, altrove, non sarebbero considerati. Credo sia sempre più difficile far coesistere un sistema economico e finanziario spregiudicatamente capitalistico con un regime politico dominato dal partito unico (chiamarlo comunista mi pare abbia ormai poco senso).
Per una più precisa descrizione delle misure poste in essere dalle autorità cinesi, vi rimando a questo articolo da The Financial Times (con le consuete riserve sulla leggibilità per chi non ha un abbonamento): https://next.ft.com/9b346454-25e8-11e5-9c4e-a775d2b173ca.
Buona stampa. La situazione, come si vede, non è ancora del tutto stabilizzata. E non credo lo sarà in tempi brevi.
Venendo alla Grecia, ne parliamo senza addentrarci nei dettagli della possibile nuova trattativa tra il governo Tsipras e i creditori. Vi suggerisco la lettura di tre testi. In ordine cronologico, cominciamo da quello di Luigi Zingales, pubblicato sul suo blog il 5 luglio: http://europaono.com/2015/07/05/perche-zingales-e-cosi-morbido-nei-confronti-della-grecia/.
Buona stampa. Zingales ripercorre la vicenda greca e lascia capire come la politica di austerità imposta ad Atene sia, a suo giudizio, all’origine della situazione attuale, con il contributo di alcune decisioni di Tsipras.
Il 6 luglio, giorno successivo al referendum greco, il sito Intelligonews pubblicava un’intervista a Massimo Cacciari, il quale, come di consueto, non nasconde il suo pensiero, anzi lo manifesta senza reticenze: http://www.intelligonews.it/articoli/6-luglio-2015/28290/greferendum-cacciari-l-europa-tedesca-collasser-c-stata-una-volgare-interferenza-.
Buona stampa. Ci sono spunti interessanti, tutto si può dire di Cacciari tranne che sia banale e che abbia timori reverenziali. Anzi, a volte forse c’è un certo autocompiacimento nell’assumere posizioni controverse.
Buona stampa. Anche Magris sa sempre offrire prospettive che ai più sfuggono e che inducono a riflettere con attenzione. Vale la pena copiare e incollare la conclusione dell’articolo: “Quando si ha un’altissima civiltà nel proprio Dna, essa si rivela non nella citazione del passato, ma nel modo in cui si affrontano i problemi del proprio presente. Questo vale oggi per tutti i governi impegnati ad affrontare le tremende difficoltà del popolo greco. Agire irrazionalmente, rabbiosamente, caparbiamente, tignosamente, rumorosamente, truffaldinamente significa, per tutti, compiere quello che per la civiltà greca era la massima colpa, la hybris , la dismisura, peccato senza remissione.
Non aggiungo altro, se non un ascolto musicale, anche per compensare i giorni trascorsi senza combattere i nostri nemici. Dopo la classica di Fantasia, ritorniamo al jazz. Credo sia il caso di dare spazio a un sassofonista fondamentale come Lester Young, di cui non vi ho mai proposto nulla.
Il titolo è There Will Never Be Another You, eseguita nel 1952 con un gruppo di grandi strumentisti: Oscar Peterson al piano, Barney Kessel alla chitarra, Ray Brown al basso e J.C. Heard alla batteria.



lunedì 6 luglio 2015

Un futuro pieno di...


Ogni tanto si deve anche aver il coraggio di parlare subito e senza il supporto di articoli e opinioni altrui. Quindi eccomi qua, a dire quel che penso sulla vittoria del “No” nel referendum greco. Non era proprio tale, vista l’inesistenza dell’argomento oggetto della scelta, ma tant’è, “Stan” Tsipras e “Laurel” Varoufakis lo hanno voluto comunque e, va riconosciuto, hanno vinto. Ma non è detto che sia una vera vittoria.

domenica 5 luglio 2015

Opportunismo


Avevo promesso di non parlare della Grecia sino a dopo l’esito del referendum a meno che non avessi letto qualcosa di non omologato rispetto alle gran mole di articoli e commenti rovesciati su di noi dai media.

venerdì 3 luglio 2015

La seconda domanda 2


Ieri avevo già iniziato a riflettere sul testo che intendevo scrivere, quando, ad altri impegni, se n’è aggiunto uno imprevisto. Nel primo pomeriggio, parcheggiando la macchina nel cortile, ho visto un piccolo di rondine moribondo. Incapace di volare e di muoversi, era sfinito dal caldo, disidratato e affamato.